Chi lo avrebbe mai pensato, esistono cibi e ricette che sono stati vietati in Italia mentre in altri Paesi vengono mangiati con nonchalance.
Potevamo mai immaginarlo? Queste pietanze sono assolutamente vietate in Italia, eppure nei Paesi esteri vengono mangiate da chiunque senza che i consumatori si pongano alcuna domanda. Non è stata riposta la stessa attenzione ai possibili effetti collaterali che possono derivare dal loro consumo: al contrario, averli integrati nel proprio regime alimentare sembra essere del tutto normale.

L’Italia ha posto un’attenzione differente su tutti quei cibi in grado di causare gravissimi danni alla salute e li ha messi al bando, creando una sorta di black list che distingue ciò che è consentito mangiare da ciò che deve restare lontano dalle nostre tavole.
Cibi assolutamente vietati in Italia: perché altrove li mangiano?
Chi associa il mangiare sano all’incremento del consumo di frutta e verdura o alla riduzione di cibo spazzatura, ne sminuisce il vero significato: significa anche evitare il consumo di alimenti che potrebbero essere veramente dannosi per il proprio corpo.

Sebbene la maggior parte di noi non ne abbia mai sentito parlare, esistono cibi che hanno addirittura spinto le autorità sanitarie a vietarne l’acquisto, il consumo e la produzione in tutto il territorio nazionale. Venire contro a questa normativa comporta sanzioni fino a 50.000 euro.
Il caso più noto in Italia (e agli italiani) è quello del Casu Marzu, considerato il formaggio più pericoloso al mondo. Parliamo del “formaggio marcio” tipico della Sardegna, prodotto con le larve che restano presenti anche al momento della degustazione.
Alimenti messi al bando dalle autorità sanitarie: vietati produzione, consumo e acquisto
Segue il sanguinaccio napoletano tipico della cucina campana, normalmente tra le più apprezzate e sfiziose in Italia. Il sanguinaccio era un dolce nel quale veniva inserita una quantità consistente di sangue di maiale. Com’è noto a tutti, il sangue può essere portatore di importanti malattie: ecco che le autorità nel 1992 hanno vietato la commercializzazione di sangue di maiale in tutta la nazione.

Tra gli altri alimenti messi al bando, emerge il pesce palla, amatissimo in Estremo Oriente. Dagli anni ’90 nel nostro Paese è assolutamente vietato a causa della concentrazione importante di tetradotossina, ossia una neurotossina in grado di paralizzare o uccidere una persona adulta in pochi minuti. Solo pochi chef al mondo oggi hanno l’autorizzazione per cucinarlo, ottenuta dopo prove rigidissime. Tuttavia, non fidarsi è sempre meglio.
Anche il latte crudo non pastorizzato ha subito un divieto: dal 2008 in Italia è stato impedito il suo commercio per via dell’alto rischio di contrarre malattie pericolose come brucellosi, tubercolosi e salmonellosi con il suo consumo. Ecco che il divieto viene esteso di conseguenza a molti formaggi a base di latte crudo ad eccezione del Parmigiano Reggiano e del Gorgonzola, i quali devono rispettare controlli sanitari molto rigidi prima di essere immessi in commercio.
Quello che in Italia è vietato portare in tavola
Non sono mancate restrizioni anche sui vini. Le produzioni vinicole italiane sono tra le più apprezzate al mondo, tuttavia anch’esse subiscono controlli e regole molto rigidi per poter essere distribuite. Per esempio, è vietato l’uso massiccio di metanolo, una sostanza tossica che in passato era ampiamente utilizzata per aumentare la gradazione alcolica del vino. Solamente negli anni ’80 fu responsabile di oltre 20 decessi e molte intossicazioni. Per questo motivo, dal 2008 le autorità hanno imposto dei limiti.