Approvato un nuovo disegno di legge che cambierà tutto, da questo momento è diventato reato: cosa prevede la nuova legge stradale.
Finalmente, dopo anni di polemiche, di litigi, di blocchi stradali e ferroviari, e soprattutto dopo le proteste da parte dei cittadini, in particolare degli automobilisti e dei viaggiatori, il Governo ha approvato in Senato una nuova legge che cambierà tutto, trasformando ogni blocco stradale e ferroviario ingiustificato in un reato. Scopriamo cosa prevede la nuova legge e a chi si rivolge.

Da qualche tempo, le proteste si sono spostate sulle strade. Secondo alcuni, infatti, il dialogo con le istituzioni si apre arrecando danni enormi alla popolazione, facendo perdere tempo prezioso e giornate di lavoro proprio ai cittadini che nulla hanno da spartire con i vertici delle istituzioni. È la nuova malsana ideologia dei cosiddetti attivisti di nuova generazione.
Attivisti di nuova generazione, per loro da oggi cambiano le regole: cosa accadrà
Con l’approvazione definitiva del Decreto Sicurezza n. 48, lo scorso 4 giugno il blocco stradale e ferroviario è stato trasformato in reato. Una decisione importante che arriva dopo anni di disagi e che va a punire direttamente gli attivisti di nuova generazione che causano blocchi stradali e ferroviari con il proprio corpo. Dunque, la loro azione non è più un illecito amministrativo ma reato penale.
Bloccare cittadini che si recano sul posto di lavoro o che girano in auto, per protestare magari contro le grandi compagnie accusate di inquinamento ambientale sembra un vero controsenso. Bloccando il traffico, infatti, non solo si esaspera la popolazione, mandando in tilt le strade, ma si crea un maggior inquinamento dell’aria. Proteste prive di senso e ridicole portate avanti dagli attivisti di nuova generazione, i quali si battono per nobili cause nel modo più scorretto e sciocco.

Manifestazioni e azioni dimostrative portate avanti dagli ecoattivisti sono diventate insostenibili, poiché causano la paralisi del traffico ferroviario e automobilistico nelle varie città, scatenando disagi incalcolabili. Dal 4 giugno non sono più tollerabili e ora sono perseguibili penalmente. Se prima scattava soltanto una sanzione amministrativa, che prevedeva un ammenda da mille a 4 mila euro, ora le conseguenze sono decisamente più gravi.
Ecoattivisti sotto scacco: la nuova legge non concede sconti
Le nuove sanzioni penali per chi blocca ferrovie e strade prevede la prigione per un mese e una multa di 300 euro. Se il gesto, invece, è compiuto da un’associazione, dunque da un gruppo di persone, la pena sale da sei mesi fino a due anni di reclusione. Dunque, la nuova legge approvata in Senato ha un impatto rilevante per le future manifestazioni.

Gli agenti ora potranno arrestare i manifestati che intralciano il traffico. La legge arriva anche in un momento molto delicato, mentre si sta discutendo della prosecuzione e dell’inizio dei lavori di importantissime infrastrutture strategiche per l’Italia, come ad esempio la rete alta velocità tra Italia e Francia, ostacolata dai movimenti No Tav, oppure il progetto quasi mitologico del Ponte sullo Stretto.
Misure necessarie per garantire l’ordine e per garantire una maggiore sicurezza per tutti i cittadini, messi sotto scacco da gruppi di ecoattivisti, impossibilitati ad agire, inermi di fronte a veri soprusi. Chi resta bloccato nel traffico, infatti, è tenuto ostaggio dai manifestanti, ed è costretto a pagare un danno collettivo che non ha senso di esistere. Non è il modo giusto per esprimere dissenso, ora finalmente cambierà qualcosa.