“Era una cosa più grossa di noi”, la confessione del Baffo delle Televendite

Ospite del programma di Caterina Balivo, Roberto Da Crema ha confessato come ha iniziato a lavorare nel mondo delle televendite e gli assurdi guadagni ricavati.

72 anni, Roberto Da Crema ultimamente è tornato in televisione dopo una lunga assenza, combaciata con il declino delle televendite. Eh sì, perché lui, grazie alle televendite ci ha costruito un impero. 40 anni fa, il Baffo ha rivoluzionato il piccolo schermo, inventando un nuovo tipo di comunicazione, di rapporto diretto con lo spettatore da casa, e ovviamente ha creato una nuova tipologia di commercio che ha raggiunto il massimo del successo negli anni Ottanta e Novanta.

Uno dei pionieri della televendita italiana, ha fondato persino una società insieme all’amico Maurizio Bianchi. Popolarissimo per via del suo approccio alla vendita, voce urlata, gesticolazione eccentrica e nevrotica, respirazione profonda e ansiosa. Era un tipo di televendita aggressiva (la stessa adottata da Wanna Marchi), che colpiva lo spettatore come un pugno in faccia. Un nuovo tipo di televisione, che poi ha fatto da ponte verso la tv moderna, decisamente meno raffinata rispetto a quella di un tempo.

Il re della tv urlata: il mitico Baffo confessa cosa succedeva durante le televendite

Il massimo successo di questo tipo di televisione è stato raggiunto tra gli anni Ottanta e Novanta, e il mitico Baffo, come è sempre stato soprannominato Da Crema, era uno dei pionieri. In tv, Da Crema vendeva di tutto, accessori, orologi, abbigliamento, tute dimagranti. Alla fine degli anni Novanta, però, il declino delle televendite era iniziato, travolgendo anche la sua carriera.

Per rilanciarsi, Roberto Da Crema ha partecipato ad alcuni reality, ha preso parte ad alcune sit-com in veste di ospite speciale, è apparso in diverse trasmissioni di varietà. Soltanto di recente, però, ha ricominciato a ottenere degli spazi fissi in tv, rilanciando un po’ il suo personaggio, quello che lo ha reso popolare in Italia. Ospite di Caterina Balivo, nel salotto de La Volta Buona, il Baffo ha confessato come tutto è iniziato.

Nell’ultima puntata de La Volta Buona, tra gli ospiti chiamati in studio dalla Balivo, tra cui Giancarlo Magalli e Samantha de Grenet, Roberto Da Crema ha rivelato i guadagni dell’epoca, rispondendo alle critiche degli ultimi giorni sullo sperpero di denaro dei personaggi televisivi. Il titolo della puntata, infatti, era “Estate e Lusso”. Ma quanti soldi faceva Da Crema, all’apice del successo?

I guadagni di Roberto Da Crema, re delle televendite, all’apice del successo

“Scrivere di milioni dà fastidio alla gente!” ha chiarito subito il Baffo, interrogato sulla polemiche insorte a Venezia e riguardante l’imminente matrimonio di Jeff Bezos, il fondatore di Amazon, una polemica sterile, che al contrario porta lustro alla città e comporta molti introiti. Ma parlare di denaro, specialmente in questo periodo storico, con tante famiglie in difficoltà, solleva un certo fastidio.

Uno sbaglio di comunicazione, sottolinea Da Crema, indicare le somme esatte spese dai milionari, lui che di milioni ne ha fatti tantissimi, come ha ricordato la Balivo: “Anche 100 milioni al giorno dalle televendite”, e il Baffo ha confermato. Da Crema, poi ha spiegato: “Quando abbiamo iniziato eravamo i contadini della tv, Mediaset e Rai snobbavano le televendite, e così ci siamo trovati in mano una cosa più grossa di noi”.

Ogni giorno giungevano in redazione oltre mille telefonate, e a volte arrivavamo a guadagnare anche oltre 100 milioni al giorno. Un guadagno assurdo, eppure, dietro alla redazione non c’era nulla di organizzato, era tutto improvvisato da persone incapaci, alle prime armi.

“Non avevamo esperienza per gestire un’azienda così in espansione, poi noi avevano un banchetto e una lampada, solo questo, e dovevano lottare contro altre 1.500 tv libere che vendevano le stesse cose”. Niente telefonate, niente stipendio, semplice! Ma Il Baffo è sempre stato un guerriero, per almeno un decennio ha guadagnato cifre da capogiro, le stesse che gli hanno poi permesso di sopravvivere anche dopo il declino.