Un vero incubo per le persone interessate alle pensioni, argomento scottante oggi più che mai, ti basta sapere l’anno di nascita.
La pensione è da sempre un argomento scottante nel nostro paese e continua ad inasprirsi sempre più. Nel sistema attuale pensionistico infatti l’uscita da lavoro avviene a 67 anni, salvo avvalersi dei sistemi di pensione anticipata attualmente in vigore. Tutto questo scenario che finora ha consentito a molti lavoratori di andare in pensione, potrebbe cambiare: questo è quanto emerso dall’annuncio Istat che segnala un aumento dell’aspettativa di vita.

Parallelamente a quanto previsto già anni fa dalla Legge Fornero, questo dato ISTAT comporterà un incremento dell’età pensionabile a partire da gennaio 2027. Inizialmente pare possa trattarsi di un aumento di due o tre mesi, ma potrebbe crescere in modo costante con il proseguo degli anni. Una notizia che certamente non farà piacere ai milioni di Italiani che hanno dedicato una vita al lavoro e che vedranno questo obiettivo allontanarsi sempre più come un miraggio.
Pensioni, per i nati in questi anni sarà un incubo
A distanza di anni, i requisiti per accedere alla pensione tornano a salire, un meccanismo quindi che ha lo scopo di garantire la sostenibilità economica del sistema previdenziale all’aumentare dell’aspettativa di vita, altrimenti l’INPS sarebbe insostenibile. I requisiti per la pensione può anche variare in base all’anno di nascita: chi è nato negli anni ’70 potrà andare in pensione con condizioni più favorevoli rispetto alle nuove generazioni, quindi chi è nato negli anni ’90 o 2000.

Oggi dire quando si andrà in pensione non è semplice, anche perché ogni due anni i requisiti vengono aggiornati in base – come detto prima – alla speranza di vita, seguite dalle modifiche legislative che intervengono repentinamente. Tuttavia però vi sono alcuni punti di riferimento che possono dare un’idea abbastanza concreta.
Attualmente si va in pensione con 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi, per la pensione di vecchiaia quella contributiva invece sono necessari 71 anni di età ed almeno cinque anni di contributi. Poi esiste la pensione anticipata che permette di andare prima in pensione ma solo quando si raggiungono i 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
L’INPS sempre più lontana
Nonostante quindi l’effetto temporale della pandemia che aveva bloccato l’aumento dell’età pensionabile almeno fino al 2025, nel 2027 vi sarà un incremento di circa due mesi ogni ogni due anni con la conseguenza quindi che i nati degli anni ’90 rischiano di dover lavorare fino ad oltre 70 anni prima di avere la pensione di vecchiaia.
Peggio ancora per chi è nato dal 2000 al 2010, un pensionamento che arriva a 71 anni e 4 mesi. Questi dati dimostrano come negli anni i requisiti per andare in pensione saranno sempre più severi. Le nuove generazioni dovranno affrontare una vita lavorativa più lunga ed un accesso alla pensione sempre più posticipato.