È morto Giuseppe Crippa che veniva considerato lo Steve Jobs italiano. Era partito da un garage, dimostrando di avere grandissime qualità.
Il nostro paese perde un volto celebre, una persona molto intelligente e amata in tutto il mondo. Diventa interessante scoprire tutto più da vicino, raccontando il suo percorso straordinario.
Aveva 90 anni, ma era ancora lucidissimo e utilissimo allo sviluppo tecnologico del nostro paese. A commentare l’episodio sono arrivate le parole del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha specificato senza giri di parole: “Ci ha lasciato un imprenditore visionario e geniale. È una grande perdita per tutti noi. Esprimo le mie condoglianze alla sua famiglia”.
Per celebrarlo vogliamo raccontare alcuni aspetti molto interessanti della sua vita che ci fanno capire come questi sia stato davvero geniale nelle sue scelte e sempre pronto a ragionare per ottenere il massimo. Ripercorriamo insieme il suo percorso professionale, che gli ha permesso di ottenere i riconoscimenti di cui stiamo parlando.
Senza dimenticare che era un uomo di grande cuore, basti pensare che durante la pandemia da Coronavirus aveva donato degli spazi per la campagna vaccinale e pagato il personale di tasca sua. In merito a questo al Corriere della Sera aveva specificato: “I soldi servono anche a questo, altrimenti nulla ha più senso. Crescere per fare qualcosa. per gli altri. E lo dico perché nella vita molti mi hanno aiutato. Non so cosa accadrà, se bisogna continuare a investire nella ricerca è perché l’evoluzione tecnologica è rapidissima. Bisogna studiare nuovi processi, ma io la mia parte l’ho fatta e posso ritirarmi soddisfatto”.
Giuseppe Crippa era nato a Robbiate, in provincia di Lecco. Negli anni sessanta, dopo essere stato alla Breda, entra allo Sgs-Ates per diventare ST Microelectronics. Si specializza in semiconduttori e viaggia per studio nella Silicon Valley, cosa che ne aumenta il già ampio spettro di conoscenze.
Nel 1993 va in pensione, ma non si ferma anzi è proprio in quel momento che spicca il volo iniziando a produrre probe card in garage con l’aiuto della moglie, Mariarosa Lavelli, e del figlio, Cristiano. Un percorso che probabilmente nemmeno lui sperava, anche nei sogni migliori, di vedere realizzato in questo senso, con una crescita proporzionale impressionante nel corso del tempo.
Nasce così Technoprobe, un’azienda con sede nella Brianza e sedi sparse per tre continenti, agendo nel settore dei semiconduttori e della microelettronica. Nel 2022 arriva addirittura in borsa all’Euronext Growth. Lo scorso aprile, nella lista pubblicata da Forbes, è emersa la valutazione del patrimonio della sua famiglia che oggi si aggira attorno 3.1 miliardi di euro a dimostrazione del lavoro straordinario fatto.
Intanto le sue aziende si fermano per un giorno dopo aver appreso della sua morte. Un dolore che dunque vede protagoniste un numero spropositato di persone.
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