Per quattro anni è rimasto rinchiuso in casa, isolato dal mondo e senza aiuto. A liberarlo, un gesto disperato e una segnalazione dei vicini.
Dall’esterno sembrava una casa come tante, una villa, apparentemente chiusa, dove qualcosa però non tornava. A dare l’allarme che c’era qualcosa che non andava sono stati i vicini di casa, allarmati dal lancio di oggetti nel loro cortile.

Un segnale disperato, ma che i vicini non avevano colto come una richiesta di aiuto, piuttosto come un delirio. Invece erano i segnali disperati lanciati da un uomo che da quasi quattro anni viveva rinchiuso lì dentro, solo, senza riscaldamento, senz’acqua calda, isolato da tutto e da tutti. Così i vicini, preoccupati per quel lancio di oggetti dalla finestra, hanno allertato le Forze dell’Ordine che hanno scoperto il sequestro di persona.
Sequestrato per quattro anni: il movente era economico
A trovarlo è stata una volante della polizia, intervenuta sul posto dopo la segnalazione. Dentro casa c’era lui, il proprietario, un uomo di 40 anni con gravi problemi psichici, incapace di provvedere a se stesso.

Era in uno stato di evidente confusione e abbandono. Nessuno lo vedeva da anni, nessuno sapeva davvero cosa stesse vivendo. Ma fuori da quella casa c’era anche il filo spinato, sistemato sul muro perimetrale, a impedire qualsiasi tentativo di fuga. E attorno a lui, secondo gli inquirenti, c’erano persone che sapevano esattamente quello che stavano facendo.
Gli hanno rubato tutto: la ricostruzione della Procura
Secondo la ricostruzione della Procura di Pavia, dietro quel sequestro non c’era solo la crudeltà, ma anche un movente economico preciso.
La persona che avrebbe orchestrato tutto è l’ex compagna dell’uomo, oggi accusata insieme ad altri tre complici di sequestro di persona, abbandono di incapace, circonvenzione e truffa aggravata.

Il motivo del sequestro era quello di approfittare della sua condizione di fragilità per depredarlo. Si parla di centinaia di migliaia di euro sottratti nel corso degli anni.
Soldi, beni, risparmi: tutto rubato mentre lui restava chiuso in una casa senza possibilità di difendersi.
Negli atti si legge che la donna avrebbe avuto un ruolo di leader, “avvalendosi nelle varie fasi del suo compimento del pieno e consapevole appoggio degli altri sodali”. Nessuna distrazione, nessuna disattenzione, un piano ben orchestrato che ha rischiato seriamente di compromettere la salute e la sopravvivenza dell’uomo, già vulnerabile per le sue condizioni.
Il provvedimento del giudice: niente carcere per i rapitori
Il ritrovamento risale a novembre scorso, ma solo ora, dopo mesi di indagine, la vicenda è diventata pubblica.
Il giudice ha disposto per i quattro indagati il divieto di avvicinamento alla vittima, l’obbligo di non comunicare con lui e di indossare il braccialetto elettronico. Ci si chiede ora come sia stato possibile che un uomo potesse sparire così, nel cuore di una città, senza che nessuno, per anni, si sia accorto di nulla, soprattutto per le sue condizioni psichiche.
Cosa sarebbe accaduto se l’uomo non avesse lanciato oggetti dalla finestra? La vicenda sarebbe potuta sfociare in tragedia.